Scopri quando sottoporsi all’intervento diventa necessario, come avviene e come gestire il percorso di riabilitazione.
La spalla è un’articolazione straordinaria, ma quando il dolore diventa insopportabile e i movimenti quotidiani diventano una sfida, è il momento di valutare soluzioni concrete.
L’artroprotesi di spalla è un intervento che può cambiare la vita, restituendo libertà di movimento e mettendo fine alla sofferenza. Se sollevare il braccio, allacciare una camicia o dormire senza dolore sono diventati ricordi lontani, è il momento di considerare seriamente questa possibilità.
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Perché sottoporsi ad artroprotesi di spalla?

Ci sono diverse condizioni che possono rendere necessario l’impianto di una protesi spalla:
- l’artrosi avanzata è una delle cause principali: quando la cartilagine si consuma e le ossa sfregano tra loro, ogni movimento diventa doloroso e limitato
- l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune che danneggia progressivamente le articolazioni, può richiedere un intervento
- le fratture gravi, soprattutto negli anziani, possono rendere impossibile una guarigione naturale, lasciando la protesi alla spalla come unica opzione.
Altri casi riguardano la necrosi della testa dell’omero, quando il tessuto osseo muore per mancanza di afflusso sanguigno, o lesioni irreparabili della cuffia dei rotatori, che compromettono la stabilità e la funzionalità della spalla.
Se hai provato terapie conservative senza successo e il dolore sta limitando sempre di più la tua quotidianità, potrebbe essere il momento giusto per valutare l’intervento.
Come si svolge l’intervento?
L’artroprotesi di spalla è un’operazione che dura in media due ore e viene eseguita in anestesia generale o loco-regionale. Il chirurgo accede all’articolazione attraverso un’incisione sulla parte anteriore della spalla, separando delicatamente i muscoli per arrivare all’osso. Le superfici articolari danneggiate vengono rimosse e sostituite con componenti artificiali in metallo e polietilene, progettate per riprodurre il movimento naturale dell’articolazione.
Esistono diversi tipi di protesi: anatomiche, che replicano la struttura originale della spalla, e inverse, indicate quando la cuffia dei rotatori è gravemente compromessa. Il chirurgo sceglierà la soluzione più adatta in base alla tua situazione specifica.
Dopo l’intervento, la spalla viene immobilizzata con un tutore per consentire una guarigione ottimale e ridurre il rischio di complicanze.
Il percorso di riabilitazione
Subito dopo l’intervento, potresti avvertire un po’ di dolore e gonfiore, ma verrà gestito con antidolorifici adeguati. Dopo alcuni giorni, tornerai a casa con indicazioni precise su come gestire il tutore e quando iniziare la fisioterapia.
Il recupero dopo artroprotesi di spalla richiede impegno e pazienza. Nelle prime settimane, il tutore diventa il tuo migliore amico: serve a proteggere la spalla e favorire la cicatrizzazione dei tessuti. Nel frattempo, iniziano gli esercizi di mobilizzazione passiva con l’aiuto di un fisioterapista per evitare rigidità articolare.

Dopo circa un mese, si passa agli esercizi attivi, gradualmente più impegnativi, per recuperare forza e funzionalità. Nel giro di tre-sei mesi, la maggior parte dei pazienti torna a svolgere le normali attività quotidiane senza dolore. Nei primi tre mesi, l’attenzione è focalizzata sul recupero della mobilità e sulla riduzione del dolore.
Dopo sei mesi, la maggior parte dei pazienti ha recuperato una buona funzionalità, mentre il massimo miglioramento si raggiunge entro un anno dall’intervento. Il risultato finale dipende dalla tua partecipazione al percorso di riabilitazione. Più sei costante negli esercizi, più rapida e completa sarà la tua ripresa.
Quali sono le alternative?
Prima di arrivare alla protesi della spalla, è sempre bene esplorare altre opzioni.
- Farmaci antidolorifici e antinfiammatori possono aiutare a controllare i sintomi nelle fasi iniziali, mentre la fisioterapia mirata può migliorare la forza muscolare e ridurre la rigidità articolare.
- Le infiltrazioni di corticosteroidi offrono un sollievo temporaneo dall’infiammazione, ma non risolvono il problema alla radice.
Per alcuni pazienti, l’artroscopia può essere un’opzione utile per trattare lesioni specifiche della spalla senza dover ricorrere alla protesi. Tuttavia, quando il danno articolare è avanzato e la qualità della vita è compromessa, l’artroprotesi rimane la soluzione più efficace e duratura.
Conclusioni
L’artroprotesi di spalla è un intervento sicuro ed efficace per chi vive con dolore e limitazioni funzionali. Se le terapie conservative non bastano più e ogni movimento è una sfida, è il momento di considerare questa soluzione.
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